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Di tempo in tempo
Delle Femine Francesco

Di tempo in tempo

Editore: Youcanprint

Reparto: Letteratura italiana: testi

ISBN: 9791221477627

Data di pubblicazione: 19/05/2023

Numero pagine: 276


25,00€
Facile da trovare

Sinossi

Carlo è un ingegnere insegnante, scapolo. Alle spalle una storia d'amore finita male ed una militanza politica nella sinistra che si è spenta nel tempo per usura e per progressiva e crescente insignificanza. Tira avanti bighellonando con i suoi sfuggenti e indefiniti interessi di riforma del mondo, ritiratosi oramai alla sola componente ambientale, anch'essa traballante, vissuta più come un riempitivo che come uno scopo. Come un fiume carsico, nella sua coscienza, scorre, non sempre avvertitamente, la ricerca del senso del proprio ruolo, confrontata alla luce del valore della prospettiva cristiana, l'unica rimasta in piedi, riaffiorata, tenue e incerta, come un dipinto medievale sotto il traboccante affresco barocco del suo socialismo utopistico. Teresa è un magistrato nubile. Anch'ella ha alle spalle una storia d'amore finita male, lasciata spegnere tra indifferenza e disattenzione, che non ha lasciato né segni e né rimpianti. Vive intensamente il suo lavoro ed il suo ruolo nella piccola comunità cittadina. La sua fede nella prospettiva cristiana dell'esistenza umana e robusta e profonda e non ha subito arresti, rivoltamenti o riordini dai tempi dell'adolescenza. Vive un tempo sospeso, conchiuso in un presente di storia largo tanto di passato quanto di avvenire. I due erano vecchi amici di liceo. A suo tempo, hanno avuto una storiella, persasi, chissà come, con il moto di stagione di vita successivo al diploma. Scelte di vita differenti, professionali, esistenziali, culturali, li hanno allontanati e persi, senza ragione e senza accorgersene da parte di entrambi. Mario, Anna, oggi suor Teresa, Antonio, sono gli amici di sempre di entrambi, e che entrambi, ciascuno per conto proprio, sporadicamente, continuano a frequentare. Roberto è un giovane barista, amico di Carlo.I cani randagi, le rondini e i piccioni, le erbe selvatiche, sono le presenze animanti, che insieme alla "gente", calcano e costeggiano la piazza (Piazza Giudici) della città (Capua) ed il fiume che l'attraversa (il Volturno), scenari indispensabili per svolgere le vicende umane dei protagonisti. Il caso mette Teresa in condizione di convocare Carlo per ragioni di lavoro e di riprendere un dialogo, che da lì a poco si trasformerà in una crescente intimità, da tempo vagheggiata, ma mai seriamente considerata. Il vecchio gruppetto di amici, in poco tempo, si riforma e riprende un discorso esistenziale e civico radicato nella proprie storie anche se profondamente rinnovato nelle tensioni e nei accadimenti prospettati dall'attualità. Sia Teresa che Carlo sentono il bisogno di dirsi, di riannodare e di raccordare i segmenti di vita vissuti separatamente. Nei due riprende vigore, anche se guardato con sospetto da entrambi, come una radice quiescente dopo una interminabile aridità dell'anima, il primitivo amore giovanile. Nessuno dei due, però, vuole abbandonarsi, temendo di cedere all'inganno della banalità dell'esistenza di adulti, e di soccombere alla nenia soporifera della nostalgia. D'altro canto, chi sono loro, oggi, realmente, ai loro occhi e agli occhi l'uno dell'altro?

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