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Apologia di Socrate di Platone (427-347 a.C.), scritto poco dopo il processo del 399 a.C., è uno dei testi fondamentali della filosofia occidentale. In esso il discepolo restituisce la difesa del maestro davanti ai giudici ateniesi, accusato di empietà e di corruzione dei giovani. Socrate, consapevole che il verdetto sarà la condanna a morte, affronta i suoi accusatori con un coraggio che è insieme testimonianza morale e lezione filosofica: «una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta». Il tribunale diventa così il luogo in cui la filosofia si fa atto civile, chiamando ciascuno a interrogarsi sul senso della giustizia, della verità e della libertà. Questa edizione propone la storica traduzione italiana di Emidio Martini (1853-1940), uno dei principali interpreti di Platone in Italia, che corredò i dialoghi di introduzioni e note per renderli accessibili e rigorosi al tempo stesso. Il testo è preceduto dall'Argomento del traduttore, che guida il lettore attraverso le fasi del discorso socratico e il contesto giuridico ateniese.
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