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Editore: Baldini + Castoldi
Reparto: Letteratura italiana: testi
ISBN: 9791254941706
Data di pubblicazione: 17/05/2024
Numero pagine: 320
Collana: I fenicotteri
«La Storia non è fatta solo di grandi battaglie e generali in alta uniforme, ma di persone familiari, di uomini e di donne la cui strada a un certo punto si incrocia con quella degli eventi che studiamo sui libri. Accade per caso o per volontà, e anche per mio nonno Torello è stato così: lui, con l'animo di chi anela alla pace, si trova costretto ad affrontare la via crucis degli innocenti E dei martiri.» (Dalla prefazione di Giorgia Latini) Di Torello Latini, imprenditore marchigiano nel settore dell'abbigliamento, circolano in famiglia pochi aneddoti, insufficienti a conservarne a pieno titolo il ricordo. La sua storia - dapprima entusiasmante, come lo sono spesso le biografie di uomini intraprendenti e capaci, e poi davvero drammatica - ha rappresentato per molti anni una sorta di vissuto rimosso per la famiglia Latini, ma un'indagine per crimini di guerra negli anni Duemila riapre scenari inaspettati e riporta l'autore sulle tracce di quell'antenato: così, seguendo gli itinerari complessi della memoria, la sua storia è sopravvissuta al tempo ed è ora stata raccolta in questo libro che, adottando i metodi di un romanzo, intende restituire la storia vera di un uomo che fu a tutti gli effetti un protagonista. Nato nel 1906 ad Albacina, un piccolo paese tra le montagne dell'Appennino marchigiano, da subito Torello si sentì spinto dalla necessità di realizzare qualcosa. Affascinato sin da ragazzo dal mondo della moda, avviò ben presto una manifattura di vestiti confezionati che ebbe grande successo, portandolo a essere il più noto imprenditore della città. All'improvviso, la guerra rompe l'incanto: i bombardamenti alleati, la presenza delle milizie fasciste, il confronto impossibile con i nazisti, la paura e la necessità di mettere in salvo la famiglia e l'azienda. Come spesso avviene anche nei romanzi, fu una tragica sequenza di casualità a decidere la sua sorte: incarcerato dalle SS insieme al fratello, Torello divenne suo malgrado il simbolo di un odio insensato e feroce, della miopia del tempo, della logica della vendetta e della violenza.
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