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Dopo il PCI. Questioni storiche e di prospettiva
Gabriele Roberto , Pioppi Paolo

Dopo il PCI. Questioni storiche e di prospettiva

Editore: Youcanprint

Reparto: Scienza politica

ISBN: 9791221454819

Data di pubblicazione: 29/12/2022

Numero pagine: 306


10,00€
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Sinossi

Il libro si propone come base di discussione sulle prospettive dei comunisti in Italia. La prima parte, che affronta questioni di storia dei comunisti, porta il titolo "Il bambino e l'acqua sporca". L'immagine si riferisce al fatto che la furia iconoclasta seguita alla liquidazione del PCI alla fine degli anni '80, ha portato a un rifiuto globale dell'esperienza comunista italiana che, prima della mutazione genetica subita dal PCI, aveva rappresentato un fattore di importanza storica. Il partito comunista in Italia dagli anni '20 agli anni '60 del secolo scorso è diventato quel grande partito di massa che è stato perchè non ha agito in maniera ideologica, cioè come una setta, ma è stato capace di diventare protagonista essenziale degli avvenimenti del nostro paese per la sua capacità di interpretarli e di spingere le contraddizioni di classe, sociali e politiche nella direzione giusta, con una strategia unitaria. Questo è stato fatto nel percorso che va dalla Resistenza alla Repubblica, alla Costituzione, alla 'guerra di posizione' contro la restaurazione democristiana. I testi riproposti nel libro sono al riguardo una grande lezione di metodo, che serve oggi a capire come i comunisti abbiano saputo operare politicamente e guidare i processi reali nel contesto dato. La seconda parte del volume, che porta il titolo "L'uovo di Colombo", concentra l'attenzione sull'importanza dell'esperienza storica dei comunisti italiani per un progetto di ripresa che a quella storia possa connettersi, e arriva alla conclusione che il nodo strategico da affrontare è quello di riprendere l'impegno storico dei comunisti per la realizzazione dei principi costituzionali come passaggio a un tipo di società non basata sull'ideologia del profitto e sul liberismo. Su questo scenario di ricomposizione di un processo storico interrotto dalla degenerazione del PCI si può riprendere la marcia verso la trasformazione dei rapporti sociali e al tempo stesso si possono riagganciare i settori progressisti e popolari che a partire dal 1943 sono stati la base del cambiamento. L'alternativa a questa scelta sarebbe la sopravvivenza di quell'antagonismo velleitario, privo di progettualità politica, che da decenni anima un protagonismo ripetitivo di gruppi e gruppetti di tendenza anarco-sindacalista e neocomunista, che interpretano il presente come invocazione di 'un altro mondo possibile', senza definire i processi reali e la loro oggettiva potenzialità.

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