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Editore: Lotta Comunista
Reparto: Scienza politica
ISBN: 9788855040723
Data di pubblicazione: 30/12/2025
Numero pagine: 372
Collana: Analisi
Ciò che tiene assieme le due prospettive con cui è affrontata la questione della bomba - il ruolo strategico e politico dei deterrenti atomici nella contesa imperialista e l'industrializzazione della scienza che li ha resi possibili - è la dimostrazione di quanto questa società del capitale sia stretta in un'insolubile contraddizione. Scienza e forze produttive hanno trasformato il mondo, ma per l'intrinseca natura del capitale e dell'imperialismo lo hanno diviso nella lotta di potenza sino alla catastrofe della guerra e dell'olocausto atomico. Il capitale distrugge ciò che costruisce. Hiroshima e Nagasaki sancirono il culmine della rottura dell'ordine nella Seconda guerra mondiale imperialista. Si dice che, nell'ordine postbellico, nessuna potenza nucleare ha mai davvero inteso l'impiego della bomba; il suo uso è stato, appunto, quello della minaccia e della deterrenza. La crisi dell'ordine va però muovendo le forze tettoniche del confronto di potenza, e accumula anche le forze distruttive del riarmo. Chi può dire se nel moltiplicarsi delle tensioni e nella proliferazione degli attori nucleari, negli affrontamenti tra piccole, medie e grandi potenze, nelle piccole guerre della crisi dell'ordine o in una grande guerra della rottura dell'ordine la barbarie sarà trattenuta dai calcoli razionali della deterrenza? Solo la strategia rivoluzionaria può scongiurare la minaccia di altre Hiroshima e altre Nagasaki.
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