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Partendo da una ricerca-azione sviluppata in un gruppo di scuole della provincia di Brescia, intitolata "Due volte diversi, bambini stranieri certificati", l'autrice propone alcuni spunti di riflessione nella e sulla pratica diagnostica della certificazione di disabilità nei confronti, in particolare, degli alunni stranieri. Negli ultimi anni, infatti, le indagini statistiche mostrano un vertiginoso aumento delle certificazioni di disabilità nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Può questo dato aprirci ad una serie di interrogazioni sul nostro agire di operatori di un servizio? È possibile come operatori scolastici, medici o sociali, mantenerci fuori da questo fenomeno, quasi fossimo osservatori esterni, o dobbiamo considerare anche la diagnosi come un processo di co-costruzione? Quanto l'essere portatori di una determinata cultura di appartenenza incide sulle diagnosi e, di conseguenza, sul sistema "curativo"? Attingendo ai recenti studi della psichiatria transculturale, in particolar modo dell'etnopsichiatra di Tobie Nathan, l'autrice apre a questi interrogativi ed ad altri possibili, giungendo alla consapevolezza di quanto della disabilità sia negli occhi di chi guarda...
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