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Editore: Città del Sole Edizioni
Reparto: Letteratura italiana: testi
ISBN: 9788882384500
Data di pubblicazione: 03/02/2025
Numero pagine: 64
Collana: La bottega dell'inutile
Ho conosciuto Vincenzo Furfaro nel 2022 per un'intervista al debutto a Cittanova del monologo teatrale "Sono Morto Ma Non Lo Sapevo". Confesso che a colpirmi, più che il candore con cui tramite Messenger mi aveva invitato ad accorgermi di lui, fu la parola chiave che buttò nella conversazione: Gaber. Tra tutti gli argomenti con cui un giovane scrittore sconosciuto e di provincia è concesso che si cimenti, pensai, mai e poi mai può esserci la biografia - ancora oggi controversa - di un grande italiano. E fu con questo mix fra pregiudizio e curiosità che seguii quella prima, fino agli applausi finali che certamente omaggiavano lui ma, io penso, anche l'ardore - pure questo controcorrente - del suo coraggio. Lo stesso che oggi viene premiato dalla scelta di Città del Sole edizioni di offrire quel testo al grande pubblico, come perimetro dalla lettura piacevole in cui far agitare alcune cose significative che possono incuriosire il lettore. In primis l'espediente inventato da Furfaro, non originale nella forma ma diverso nell'approdo culturale, ovvero la finzione di un Gaber che torna vivo - o meglio fantasma narrante sulla scena - per leggere il mondo che è venuto dopo la sua scomparsa. E se "con i se e con i ma" non si può leggere la storia, e quindi interpretare il futuro, è la seconda certezza che il libro porta con sé che annulla ogni supposizione, ogni dubbio sull'utilità della messa in scena ora sul foglio: leggiamo le pagine di un talentuoso provocatore, che per additare il quotidiano stupidario della politica odierna - a tutti i livelli - ha scelto di resuscitare il massimo esperto della dissacrazione italiana. ...Eccolo, dunque, nella sua finale perfezione l'intrigante perimetro di questo libro, per scegliere non da che parte stare - in fondo né Gaber, né Furfaro hanno una parte - ma per esaltare, ancora nel 2024, la razza estinta degli anarchici che costruiscono bombe... con le parole, senza essere maleducati con il Potere, senza scassare chitarre sul palco, senza tikketoccare in maniera compulsiva la vacuità dei propri stili. dalla Prefazione di Agostino Pantano
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