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La giustizia, la politica e noi. Per un nuovo equilibrio tra i poteri dello Stato
Di Cagno Giovanni

La giustizia, la politica e noi. Per un nuovo equilibrio tra i poteri dello Stato

Editore: Cacucci

Reparto: Scienza politica

ISBN: 9788866117599

Data di pubblicazione: 30/11/1999

Numero pagine: 139


12,00€
Esaurito

Sinossi

Il rapporto tra potere giudiziario e potere politico risente di forti tensioni in tutte le democrazie, in ragione del progressivo ampliamento degli spazi di intervento della magistratura a scapito di quelli propri dei Governi e dei Parlamenti. Non siamo in presenza, tuttavia, di un complotto dei giudici, ma di un processo in larga parte oggettivo, connesso al mutamento della natura della legislazione e della domanda di giustizia innescato dallo sviluppo del "welfare-state". Negli ultimi anni, peraltro, il fenomeno ha assunto in Italia dimensioni del tutto peculiari. Il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato delineato dalla nostra Costituzione è fondato su un duplice presupposto: la magistratura è assolutamente autonoma e indipendente dal potere politico, ma il magistrato è "soggetto alla legge" emanata dal Parlamento. Senonché, al magistrato italiano viene oggi riconosciuta la potestà di integrare, modificare e disapplicare la legge; e se la legge non rappresenta più un limite per il potere giudiziario, si determina un evidente squilibrio nei rapporti con il potere politico, fonte di negative conseguenze per la tenuta del sistema-Paese. Si tratta di una questione ben nota agli addetti ai lavori, ma sostanzialmente assente nel discorso pubblico. Con il presente saggio l'autore propone una riflessione sulla necessità di ricercare un nuovo equilibrio tra i poteri dello Stato, in un'ottica di bilanciamento che ribadisca lo statuto di autonomia e indipendenza della magistratura rispetto al potere politico, ma individui anche i necessari limiti al dispiegarsi del potere giudiziario. Il tutto, con l'obiettivo non tanto di indicare soluzioni politicamente praticabili nell'immediato, quanto di stimolare quel dibattito pubblico che in democrazia rappresenta il necessario preludio alle soluzioni di domani.

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