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Editore: Donzelli
Reparto: Diritto
ISBN: 9788860363190
Data di pubblicazione: 24/08/2009
Numero pagine: XIX-203
Collana: Saggi. Storia e scienze sociali
Umberto Romagnoli ricostruisce in questo volume l'itinerario del diritto del lavoro nella storia dell'Italia post-unitaria, ripercorrendone le culture più significative, dall'età liberale al ventennio fascista alla Repubblica: da Ludovico Barassi a Francesco Carnelutti a Luigi Mengoni. Ne scaturisce un quadro fatto di transizioni interminate e precoci disincanti. Chiusa entro le cornici di un esasperato privatismo dapprima, e di una visione statalista-totalitaria dopo, la disciplina stenterà a farsi carico della dirompente progettualità di cui e espressione il diritto del lavoro nel Novecento. È sorprendente come un impianto di grande forza riformatrice, quale quello della nostra costituzione, abbia dovuto conoscere, proprio nel campo della tutela e dei diritti dei lavoratori, una lunga fase di contrasti, prima di potersi affermare. Per garantirsi la sopravvivenza, la Repubblica, "fondata sul lavoro", ha dovuto accettare che, per un periodo non trascurabile, la costituzione fosse accantonata in attesa che maturassero le condizioni favorevoli al dispiegamento dei due capisaldi innovativi di importanza strategica: l'organizzazione sindacale è libera e lo sciopero e un diritto. Le pagine conclusive del volume aprono una finestra sul futuro, che consente di scorgere i lineamenti di un sistema normativo caratterizzato da un solido legame coi principi della nostra carta fondamentale.
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