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Editore: Gangemi Editore
Reparto: Architettura
ISBN: 9788849246520
Data di pubblicazione: 31/05/2023
Numero pagine: 216
Collana: Arti visive, architettura e urbanistica
«Da qui la riflessione su un atto che vuole essere, insieme, d'architettura e di scienza, di dialogo fra passato e futuro, di religione ed anche politico, mirato al rilancio della città pugliese, non riducibile a luogo dei soli trulli. Inoltre, come attesta già lo stesso indice dell'opera, l'approccio di studio è ineccepibile e rigoroso, avendo contemplato la valutazione delle richieste della committenza, un'indagine preliminare sulla storia urbanistica e la forma della città, sulle origini e lo sviluppo del monumento, poi un accurato rilievo, la ricerca dei documenti d'archivio, il vaglio delle diverse ipotesi di completamento, l'esecuzione di un modello materiale e lo studio delle implicazioni relative alla realtà virtuale e aumentata, l'uso della stessa realtà virtuale per la visualizzazione dei dissesti statici e quindi per lo studio del quadro fessurativo, delle conseguenti indispensabili verifiche statiche e di vulnerabilità sismica, tenendo conto delle discontinuità ed eterogeneità come condizioni proprie delle costruzioni stratificate, infine degli aspetti tecnologici e di cantierizzazione. Dai documenti d'archivio si comprende che il progetto dell'architetto ottocentesco Antonio Curri è stato più volte modificato, ad esempio nella definizione dei pilastri fra transetto e navata, trasformati in un muro continuo, oppure nelle quattro cappelle fiancheggianti la cupola, pensate anch'esse fornite di cupole minori, uguali e simmetriche ma ora diverse e incompiute. Dunque non si tratterà mai di un ritorno retrospettivo all'originaria situazione o concezione (quindi d'un "ripristino") ma di un'esecuzione prolungata nel tempo, come avveniva per le antiche cattedrali del Medioevo (secondo quanto ci fa comprendere Marvin Tratchenberg nel suo Building in Time, 2010) su uno schema di progetto iniziale più o meno rispettato o reinterpretato. Come s'è detto, si può parlare di una "esecuzione differita"? Forse, ma con una sostanziale e positiva differenza: che non si vuol riprendere una "tradizione" interrotta e morta (in tal caso non più vera tradizione ma piuttosto "riesumazione", perché la tradizione, per definizione ed anche etimologicamente, è passaggio vitale di mano in mano: da padre a figlio, da maestro ad allievo ecc.) come quando si propone di progettare e costruire un'architettura sulla base di un disegno di quattro-cinque secoli or sono e come, in certo modo, si è fatto nell'Ottocento, ad esempio nel caso di Palazzo Marino a Milano, ma in un contesto culturale del tutto diverso, con uno strano passaggio di consegne direttamente da Galeazzo Alessi (XVI sec.) a Luca Beltrami (fine XIX sec.). Erano altri tempi, caratterizzati da una sensibilità storica molto differente da quella attuale. Qui si tratta di continuare la "scrittura" di un testo, ormai a più voci, in piena continuità, costruttiva ma anche di memoria, psicologica e sociale, considerato il pieno consenso, accanto a quello dei cittadini, delle autorità amministrative locali.» (Giovanni Carbonara)
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