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Mathilde Sallier de La Tour, che narra il Giappone della fine dello shogunato; Tama Ragusa, pittrice che in Sicilia accosta stile italiano e giapponese; Sadayakko, la «Duse giapponese»; Ôyama Hisako e Miura Tamaki, parte del mondo di Puccini; Angelina Fatta baronessa di Villaurea e la femminista Maria Albertina Loschi, viaggiatrici per diletto o per lavoro; Topazia Alliata Maraini e Giuliana Stramigioli, politicamente opposte, che hanno contribuito a due diversi tipi di arte; Jenny Banti Pereira, «madre» dell'ikebana in Italia; Atsuko Ricca Suga, Yoshimoto Banana, Takahashi Rumiko, attive nel mondo della scrittura. Le figure presentate in Fuori dal cono d'ombra sono contraddistinte da forti personalità che hanno loro permesso di realizzarsi e divenire visibili uscendo dal cono d'ombra che comunemente avvolge l'esistenza di una donna. Ciascuna a suo modo ha contribuito ai rapporti culturali fra Italia e Giappone, mentre tutte insieme costituiscono una prima trama di una piccola storia al femminile ancora tutta da scrivere. Le vite di queste donne coprono all'incirca un secolo, dal 1866 - anno della stipula del Trattato di Amicizia fra Italia e Giappone, nazione rimasta chiusa agli stranieri per quasi duecentotrenta anni - sino agli anni '80 del XX secolo, quando il Giappone già primeggiava nel mondo ed Ezra Vogel, sociologo di Harvard, pubblicava il fondamentale Japan as Number One. Lesson for America, il saggio di un autore occidentale più venduto in Giappone.
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