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Editore: Aracne
Reparto: Economia
ISBN: 9788825536539
Data di pubblicazione: 29/08/2022
Numero pagine: 632
Nel confutare uno dei capisaldi della teoria economica classica, quel paradigma della mano invisibile con cui Smith fondava nel 1776 con la sua importante opera la scienza economica (concetto largamente accettato dagli economisti di tutto il mondo e cardine dell'economia globale: la libertà dei mercati causa autocoordinantesi di progresso e benessere), l'autore oppone ai quasi 300 anni di storia del pensiero economico liberale (con l'eccezione di Marx) questo suo fondamentale trattato di economia generale (inserito nel corpus degli scritti svolgenti il progetto-episteme) costituente uno dei vertici speculativi del pensiero economico. La mano invisibile è in realtà l'azione visibile dello Stato, la quale da sempre guida, coordina e finalizza le attività umane inserite nel tessuto sociale ed economico planetario. Nell'economia classica tale azione è detta invisibile per occultare e così negare il senso dell'azione statale e della sua evoluzione storica: proteggere prima le libertà politiche dei cittadini; poi il loro benessere e la loro ricchezza, nello Stato sociale. Questo libro pone le basi per la sostituzione del capitalismo con un nuovo modello generale di produzione e sviluppo, di cui vengono definiti i lineamenti: rispettando la libertà degli attori economici esso la inquadra in un sistema di economia pianificata avente scopo di neutralizzare gli effetti negativi implicati dalla libertà dei mercati, causa delle sperequazioni sociali e di un sostanziale caos economico dimostrato dalle molte, continue e cicliche crisi sistemiche cui è da sempre soggetta l'economia mondiale nella storia. Sono noti i difetti del capitalismo e il dibattito accademico si è storicamente spesso caratterizzato per nascondere questi difetti più che attivandosi per correggerli. In questo libro l'autore espone una fondamentale riforma del capitalismo fino a formulare i lineamenti di un nuovo modello generale di produzione definito standardismo, da standard, a indicare che i bisogni espressi dall'uomo (gerarchizzati da Maslow), che sono anche di affermazione come differenziazione dal prossimo, sono da sempre tutti uguali per ogni essere umano: il nuovo modello generale di produzione deve essere finalizzato al massimo appagamento di questi bisogni, e ciò per tutti gli esseri umani; in questo senso esso persegue la piena realizzazione della persona umana.
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