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Nel quinto numero di «Calibano», la rivista di effequ assieme all'Opera di Roma, il protagonista è il potere - parola ambigua e cangiante, che in Simon Boccanegra si fa tragedia politica, maschera, inganno e riscatto. Ma cosa significa oggi parlare di potere? Dove si annida, come si manifesta, chi ne resta escluso? Attorno a queste domande si costruisce un viaggio che attraversa filosofia e architettura, algoritmi e desiderio, attivismo e storia. Roberta Covelli apre il numero con una riflessione lucida e radicale sulla nonviolenza come forma potente di relazione e trasformazione sociale. Federico Faloppa, tra Verdi e Petrarca, mostra come il conflitto agisca nella lingua stessa, mentre Francesca Matteoni ci guida in territori liminali, dove il potere si esercita anche sul corpo animale, e dove l'antispecismo diventa critica del dominio. Non mancano sguardi taglienti sul presente: Francesco Antinucci smonta le illusioni della neutralità tecnologica, svelando il volto invisibile del dominio digitale, e Virginia Gg Niri racconta le dinamiche quotidiane di manipolazione emotiva, tra gaslighting e controllo interpersonale. A raccontare invece il potere come seduzione, desiderio e messa in scena è Francesca Coin, con un testo denso e appassionato. Il numero è attraversato da immagini create da Katie Morris con tecnologie Text-to-Image AI: un dialogo continuo tra parola e visione, tra umano e artificiale. Chiudono il volume contributi letterari, autobiografici e visivi di voci come Giancarlo De Cataldo, Andrea Tarabbia, Marco Montanaro e Marina Pierri, che espandono il tema del potere ben oltre l'opera, nei suoi riflessi culturali e mitologici.
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