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Editore: AGE Edizioni
Reparto: Letteratura italiana: testi
ISBN: 9791281600010
Data di pubblicazione: 10/02/2025
Numero pagine: 128
All'inizio della stagione scolastica 1974-75 lo Stato italiano diede avvio a una prima e graduale forma di inserimento dei bambini "diversi" nelle classi ordinarie, con la conseguente progressiva chiusura delle classi "differenziali". Angelina Linda Zammataro (conosciuta all'epoca come Linda Fusco) dovette affrontare la complessa questione dell'inserimento di un bambino zingaro all'interno della propria classe, in una scuola in cui dominava un sistema di insegnamento tradizionale e refrattario a ogni innovazione e sperimentazione. L'impostazione del suo metodo pedagogico, basata su una stretta connessione tra i tre elementi Scuola - Famiglia - Territorio, la spinse a prendere contatto con l'ambiente della vicina via del Mandrione, dove da molti anni era stanziata una comunità di Rom italiani e dalla quale sarebbero giunti i bambini da inserire nella "Giovanni Cagliero". Roulotte senza ruote e baracche immerse nel fango e prive di acqua corrente, assenza di servizi igienici e sporcizia ovunque: per Linda Zammataro non era possibile pensare a un'integrazione dei bambini zingari nella scuola senza prima affrontare il grave problema della casa. Grazie alla sua opera e con il pieno interessamento del sindaco Giulio Carlo Argan e del presidente della IX Circoscrizione Peroni, nel 1980 il Comune di Roma (sindaco, nel frattempo, era divenuto Luigi Petroselli) assegnò ai Rom del Mandrione (e agli altri baraccati non-zingari, che beneficiarono egualmente del progetto) delle case popolari situate nel quartiere Spinaceto. Per evitare che altri senzatetto potessero occupare le numerose baracche presenti in via del Mandrione, Linda Zammataro ne chiese e ottenne dal Comune il completo abbattimento, sovrintendendo personalmente a tutta l'operazione. Per tutto l'anno successivo all'assegnazione delle case prese parte - sempre in forma volontaria e non retribuita - alle assemblee condominiali dello stabile nel quale erano andati ad abitare i Rom e gli altri ex baraccati del Mandrione, al fine di favorire il loro inserimento nel tessuto sociale del quartiere Spinaceto. In alcune occasioni, chiamata per risolvere questioni e liti insorte tra gli ex baraccati non-zingari del Mandrione e i membri della comunità Rom, Linda Zammataro ebbe occasione di constatare che i primi avversari dei Rom e i primi a esercitare su di loro forme di razzismo erano proprio gli ex baraccati non-zingari. Questi ultimi, infatti, pur avendo condiviso con i Rom lo stesso ambiente degradato del Mandrione e pur avendo beneficiato di un progetto che Zammataro aveva concepito per tutelare, innanzitutto, i bambini Rom che crescevano nel fango e nell'immondizia, rivendicavano nei confronti degli zingari una sprezzante, marcata superiorità sociale. Con l'abbattimento delle baracche prese avvio la fase di risanamento e riqualificazione urbana di via del Mandrione, che oggi è pienamente restituita alla vita civile della città. Spinto dalla potenza dei ricordi e soprattutto dall'esempio di un monumento vivente tra le mura di casa, Remo Fusco, il figlio di Linda Zammataro, ripercorre una storia forse ancora poco raccontata. Quella di una donna che in solitudine, "armata" solo di amore e preparazione psicopedagogica, è riuscita a cambiare un pezzo della sua città. E quindi del mondo.
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