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Quante volte ci chiediamo: "Dove sta andando il mondo? È davvero tutto alla deriva?" Viviamo immersi in analisi che cercano di rassicurarci, dipingendo un futuro in cui la nostra civiltà saprà salvarsi grazie alla tecnologia e al progresso. Ma credere a questo ottimismo forzato è sempre più difficile. Con rigore intellettuale e uno sguardo che intreccia storia, ecologia, teoria dei sistemi e psicologia collettiva, William Ophuls mostra come il collasso non sia un evento improvviso, ma un processo strutturale e inesorabile. Tutte le civiltà si dissolvono secondo lo stesso schema, il quale le spinge oltre i propri limiti fino a renderle incapaci di governarsi, condannandole a crollare sotto il peso della propria grandezza eccessiva. L'autore non indulge in visioni catastrofiche né offre soluzioni salvifiche: con onestà e lucidità ci invita a guardare in faccia l'evidenza. Il declino della nostra civiltà è già iniziato - e potremmo non avere né il tempo né la volontà per invertire la rotta. Una lettura necessaria, scomoda e illuminante, che ci costringe a ripensare radicalmente il nostro posto nella storia e nel mondo che stiamo lasciando. William Ophuls è un ex diplomatico e politologo statunitense, tra i pionieri degli studi sulla crisi ecologica, i limiti della crescita e il declino delle civiltà complesse. Autore di classici come Ecology and the Politics of Scarcity e Plato's Revenge, è considerato una delle voci più autorevoli - e controverse - del dibattito sul futuro della civiltà industriale.
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