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In questo libro l'interesse per la formazione della famiglia, della morale, dello Stato, della dinamica di gruppo, con il conseguente rifiuto dell'autorità da parte dei diversi, già presente negli scritti di Ferruccio Oruda, si fa preponderante. Non poteva infatti mancare una serie di suggerimenti sulle risposte alle ragioni che determinano nell'individuo il rifiuto della legge, a volte del proprio benessere e di quello comune. Praticamente un esilio dalla Storia. Questo esilio dalla Storia non è peculiare dei nostri tempi ma si è sempre determinato da quando la comunità umana da etologica è passata ad etica, ovvero si è differenziata dal mondo animale dandosi delle precise leggi per la sopravvivenza. La deviazione dalla legge già è indicata, spesso come oltraggio agli dei o al padre o al proprio corpo, già nei Codici delle prime civiltà mediorientali, poi egiziane, quindi nella civiltà greca poi in quella romana e su per tutto il Medioevo fino all'Età Moderna e in parte anche in quella Contemporanea. Tuttavia le interpretazioni e le misure adottate verso i diversi sono state diverse a seconda dei tempi. Bisognerà aspettare la fine dell'Ottocento per giungere con le intuizioni psicoanalitiche di Sigmund Freud e di altri, facenti parte della sua scuola o di poco dissidenti, ad intendere la radice di questa devianza come un prodotto dell'inconscio, eredità di una cattiva educazione subita. Diverse saranno ancora le tesi di Lacan e di altri della sua scuola che vedranno nella follia una semplice devianza dal presunto normale, passibile con opportuni accorgimenti di reintegrazione nel sociale del soggetto ritenuto portatore di patologia.
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