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Editore: Youcanprint
Reparto: Storia del mondo antico. archeologia
ISBN: 9791222794013
Data di pubblicazione: 06/05/2025
Numero pagine: 216
In seguito ad una visita al museo egizio, nella veste di un semplice utente, si è risvegliato il mio interesse per gli antichi simboli egizi: la croce ansata, il bastone Uas ed il pilastro Djed. Le riflessioni su detti simboli mi hanno indotto a considerare i bisogni dell'antico popolo egizio sotto una nuova luce: se la durata della piena del fiume Nilo era di quasi due mesi, spesso estivi, come si dissetavano le persone in quel lasso di tempo? La potabilità dell'acqua, che ai giorni nostri sembra una caratteristica scontata, non lo era affatto nell'antico Egitto e a poco vale rimarcare l'eccellente azione fertilizzante del prezioso limo, se poi lo stesso limo rendeva inaccessibile il bene di vitale importanza. Da questa considerazione nasce l'idea di rivedere le priorità di quel popolo che verosimilmente, in relazione all'acqua potabile, doveva necessariamente essere unito: tutti, dal più umile contadino al faraone stesso, dovevano essere impegnati nella risoluzione del problema. Nella costruzione di grandi opere, probabilmente la gestione dell'immensa forza-lavoro non richiedeva l'uso di mezzi di persuasione: non servivano schiavi e soprattutto non servivano schiavisti, perché chiunque lavorasse conosceva bene l'obiettivo finale e certamente collaborava spontaneamente per raggiungere quel fine. Questa osservazione mi porta a rivalutare anche le più note "grandi opere" dell'Egitto, le piramidi che, a questo punto, sarebbero state anch'esse in qualche modo collegate al bisogno di acqua potabile. In effetti alcune caratteristiche costruttive delle piramidi sono poco compatibili con la funzione convenzionalmente attribuita loro: per custodire le spoglie di un faraone sarebbe stato sufficiente perforare una collina già presente, piuttosto che costruire di sana pianta una nuova collina. Peraltro gli stessi Egizi già lo facevano, nella Valle dei Re, presso Luxor. Dunque è possibile che le piramidi non siano state progettate per essere tombe reali, ma per assolvere ad una funzione di natura idrica. Ciò non toglie che dopo la dismissione dalla primaria funzione, in un secondo momento le piramidi siano state anche delle sepolture reali, come testimoniano i ritrovamenti dei corredi funebri. Il sole non era solo una sterile divinità, ma un valido alleato nel trattamento di potabilizzazione delle acque.
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