Sinossi

La narrazione prevalente, di un'Unione Europea quale strumento per promuovere pace e benessere dei propri cittadini, confligge con la risoluzione di porre gli Stati del vecchio continente in aperta cobelligeranza contro la prima potenza nucleare del globo: la Federazione Russa. Gli esiti di tale improvvida decisione, saranno manifesti negli anni a venire e coincidono con la crisi dell'Europa, sia sotto il profilo economico che politico. Tuttavia, l'aspetto più significativo dell'intera vicenda, è che tali determinazioni non sono state la risultanza dell'imponderabile né, tantomeno, di un malinteso: il corso della politica estera comunitaria, è ineccepibilmente consequenziale alle modalità ed ai proponimenti in accordo ai quali è stato implementato il processo di integrazione continentale. Nel saggio l'autore, avvalendosi di una meticolosa ricerca delle fonti, ricostruisce i processi peculiari che hanno condotto all'attuale assetto europeo e individua le incognite che, dal mantenimento di un tale ordine, derivano. La riflessione, muovendo dalla disamina degli sporadici modelli di "pax Europae", approda al fulcro su cui l'intera questione si impernia: l'Unione Europea è espressione di un autentico europeismo o, viceversa, ne costituisce la nemesi?