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Questo libro rappresenta il quarto volume della collana Ragazzi Generazione Z. In esso si affrontano le tematiche della disabilità e dell'inclusione sociale attuata attraverso il racconto di un'esperienza artistica condivisa "a quattro mani", che rappresenta il cuore del volume, nella sua apparente veste di catalogo d'arte. Si tratta di un lavoro nato per parlare della necessità di creare spazi temporali condivisi, nell'ottica del reciproco scambio tra individui con diverse abilità, al fine di educare le nuove generazioni ad un approccio nuovo, più sensibile e più aperto verso "l'altro", visto semplicemente come altro da noi e non come "diverso". Il volume nei suoi contenuti è rafforzato dai contributi di autorevoli esperti, che si uniscono al pensiero dei Ragazzi Generazione Z (RGZ) e dell'autrice, in collaborazione con un gruppo di ragazzi di una casa famiglia per disabili, che hanno realizzato insieme un'esperienza artistica davvero speciale. Questo progetto affronta, dunque, la realtà della disabilità nei suoi vari aspetti dell'inclusione scolastica e sociale e dell'importanza dell'arte e delle arti, quali veicoli per attuare concretamente l'inclusione. L'Arte, ancora una volta, come in tutti i volumi della collana RGZ, viene riconosciuta come uno degli strumenti più potenti per comunicare messaggi importanti e, ancor più stabilire punti di forza e d'incontro fra individui con esperienze e vissuti anche molto differenti. Grazie alla sua grande forza comunicativa, fatta di linguaggi semplici e immediati, accessibili a tutti, permette di "avvicinare" tutti mediante la creazione di opere che parlano di "abilità differenti", di "condivisione" e di un nuovo approccio "sensibile" alla diversità. Questo lavoro ripercorre inoltre anche i passi dei grandi artisti che hanno vissuto ed espresso la disabilità nel tempo: da Francisco Goya ad Henri Matisse a Frida Kahlo, solo alcune delle personalità che sono riuscite ad andare oltre i limiti imposti dalla loro disabilità, "oltre le proprie difficoltà". Ed allora, se è vero che secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948): «Ciascuno ha il diritto di partecipare liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici», facciamo che diventi davvero realtà. Prefazione di Samantha Peroni.
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