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La miniera e i suoi immaginari. Il sottosuolo e il sovrasuolo. Dal paradiso all'inferno, e ritorno. I soggetti, i paesaggi, le rappresentazioni visive e sonore, le metamorfosi. E poi le lotte. Un sottoterra, un underground, letterale e figurato, da provare ad assumere come luogo d'osservazione per comprendere la modernità, guardandola dal di sotto. La miniera non solo come luogo di estrazione ma anche di produzione di forme di vita, immaginari, forme di organizzazione di potere e di resistenza. Il capitale sottostante: che non è solo la materia e le fonti di energia ma un capitale umano, sociale e culturale, che si produce negli interstizi e nelle pieghe del capitale stesso e che ha dato forma alla modernità, alle sue infrastrutture di potere, ai suoi miti di progresso e alle sue rappresentazioni. Questo numero di «Zapruder» intende guardare alla miniera in quanto contesto sociale e strumento politico. Se è vero che la miniera ottocentesca offriva già una chiave per interpretare lo sviluppo successivo delle città e della superficie, che tipo di sviluppo possiamo intravedere, oggi, a partire della miniera? Quali immaginari si aprono a partire da qui e cosa può dirci dei miti del progresso contemporaneo e di come essi siano cambiati in relazione a essa? Nella società delle piattaforme e del cloud, la miniera può costituire un punto d'osservazione privilegiato per comprendere il mondo che viviamo e il futuro che ci apprestiamo ad abitare?
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