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Le tecnologie cibernetico-digitali si sono affermate da qualche decennio come orizzonte indispensabile e ineludibile per la vita comunitaria nelle società industriali e post-industriali del pianeta. Esse fungono da volano di sviluppo per quei paesi che aspirano a emanciparsi da miseria, povertà e arretratezza culturale e sociale, secondo percorsi talvolta mimetici rispetto a quelli delle società cosiddette occidentali. La frontiera dell'intelligenza artificiale è già visibile, in rapida crescita in quanto a prestazioni, efficienza e velocità - incomparabili a quelle umane - anche se limitata a operazioni fondate sul possesso di una memoria prodigiosa ma non sempre adoperata creativamente. La dimensione antropocentrica viene messa in discussione sia per i rischi cui sottopone il sistema ambientale della Terra, sia per i limiti di insufficienza che la rapida digitalizzazione automatica consentirebbe di superare, esonerando l'umano da compiti ripetitivi affidati alle macchine. La sfera postumana si delinea in tale contesto, sovvertendo le barriere epistemiche dei tipi di sapere ereditati sino a oggi e provando a rielaborare una visione d'insieme disincantata rispetto alla modernità e, al tempo stesso, consapevolmente "reincantata" rispetto ai nuovi traguardi dei dispositivi tecnologici. Quanto tutto ciò intacchi la percezione e la costruzione stessa dei sistemi sociali e politici è ancora da decifrare. Questo libro contribuisce a misurare il livello di consapevolezza dei saperi politici e sociali nell'interpretare tendenze ed effetti della digitalizzazione, mantenendosi sul terreno di un'analisi necessariamente provvisoria e di un'indagine in progress, che assesterà le proprie osservazioni e le proprie riflessioni man mano che nuovi dispositivi tecnologici proveranno a trasformare i mondi della vita.
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