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Fin dall'inizio del Novecento la cinematografia italiana ha giocato un ruolo notevole anche oltreoceano, e ha contribuito alla definizione di modelli formali, culturali e realizzativi di successo. Negli Stati Uniti, in particolare, il cinema è stato un mezzo rilevante sia per la costruzione materiale e discorsiva di un Italian Style, sia per il consolidamento dell'industria e dei consumi. A partire dal secondo dopoguerra, caratterizzato da un particolare impatto degli Stati Uniti sull'economia e sulla cultura europea, la rilevanza culturale italiana ha iniziato ad assumere una fisionomia diversa, che consentì tra l'altro l'esportazione di un nuovo e moderno prodotto cinematografico, nel quadro di dinamiche di scambio circolari e non unilaterali. In che misura, ed entro quali limiti, si può valutare la "presenza" italiana nell'arte e nell'intrattenimento statunitense di quegli anni? In quanti modi, e in quali ambiti, si può indagare la portata degli scambi transatlantici, nonostante gli squilibri che caratterizzavano le relazioni tra le due culture e le due industrie? Questo volume si concentra sull'impatto del cinema italiano sui gusti e sui consumi statunitensi dal secondo dopoguerra all'inizio degli anni Settanta; e raccoglie saggi che contribuiscono a ripensare alcuni snodi cruciali che a vario titolo, nel quadro di un sistema complesso, hanno consentito la circolazione internazionale di un nuovo prodotto culturale "Made in Italy". Il cinema, in questo contesto, è stato tanto un oggetto quanto un canale di mediazione privilegiato.
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