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Editore: Youcanprint
Reparto: Storia d'europa
ISBN: 9791221479416
Data di pubblicazione: 01/06/2023
Numero pagine: 406
È indiscutibile che il Mezzogiorno ancora oggi è oggetto di divario con il Settentrione del Paese, ben più avanti per ricchezza e benessere. Uno squilibrio che si trascina da ancor prima della unificazione ma accresciuto con questa e che non è solo economico e di differenza di PIL pro-capite ma, all'interno della stessa nazione, si riflette su materie sociali primarie quali istruzione, sanità, diritti e pari opportunità. È altrettanto indiscutibile la fondatezza delle ragioni e rivendicazioni della parte meridionale del Paese. Dal lontano 1861 la "questione meridionale" ancora perdura e il dibattito su di essa non si è mai arrestato, percorrendo epocali trasformazioni istituzionali e cambiamenti sociali che per il Sud si sono risolti il più delle volte in un ambiguo rapporto basato su contraddizioni.L'Italia è divisa in due, con un Sud ancora in condizioni di arretratezza. Perché mai? Colpa dei governi che si sono succeduti e della stessa classe dirigente meridionale oppure di un "disegno" perseguito e ancora voluto, di una precisa linea politica che condiziona risorse e sviluppo in favore di una sola area territoriale? Negli ultimi decenni il dibattito si è soffermato sulla ricerca delle origini del ritardo, con un rinnovato interesse storiografico che ha toccato il percorso politico del Risorgimento italiano. Da una parte si è generato un fronte revisionista che imputa alle forme adottate per l'unificazione la causa dei mali odierni, spingendosi fino a una rivisitazione nostalgica del passato con un proliferare di associazioni e circoli neoborbonici. Questa parte generalmente è caratterizzata da una estrema violenza verbale sulla base di una novecentizzazione: genocidio, campi di sterminio, Marzabotto, Shoah. È questa la vera storia di quegli avvenimenti, senz'altro drammatici, o si è nel campo del romanzo e della suggestione mediatica? Nel presente, poi, perdura l'originario sfruttamento di tipo coloniale del Nord sul Sud. La storiografia ufficiale rigetta questa versione, considerandola come una distorta ricostruzione giustizialista, che ha poco a che fare con la ricerca e condizionata da un "uso politico" della storia nazionale. In questo volume si passano in rassegna i principali temi di una controstoria che indica il Risorgimento come una guerra di annessione e non un movimento ideale di rinascita per l'Unità, spingendosi dalle origini del revisionismo fino a riflessioni sulle sue connotazioni odierne.
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