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Il volume si snoda a partire dalla nozione di fantasma introdotta da Freud fin dalle sue primissime ricerche sull'isteria e ripresa nel saggio Un bambino viene picchiato. Si tratta di una nozione assai difficile da enucleare sia teoricamente sia nella pratica clinica. Infatti, si entra in analisi per via del sintomo scoprendo, poco a poco, i meandri in cui si è presi nel e dal proprio fantasma, ossia dal proprio rapporto di ripetizione con l'oggetto di godimento. Nel corso del suo insegnamento, Lacan riarticola la nozione di fantasma a partire dalle tre dimensioni: immaginaria - già presente in Freud -, simbolica e reale, mettendone in rilievo la logica, il suo essere assioma, ossia principio di significazione assoluta, indimostrabile e non interpretabile. Ecco, dunque, che la costruzione e l'attraversamento del fantasma portano al termine di un'analisi, poiché, quando si arriva a contornare il rapporto singolare dell'inconscio con il reale del godimento, si manifesta non più una reticenza a parlare, ma una vera e propria mancanza di parola e di sapere. I testi raccolti in questo volume si propongono di interrogare la posizione dell'analista in una cura e la sua etica.
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