L'esercito dimenticato. La lotta per la libertà e per l'indipendenza della Sicilia dopo l'invasione del 1860. Ediz. illustrata di Scianò Giuseppe; Pitti V. (cur.); Pitti S. (cur.); Pitti S. (cur.) - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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L'esercito dimenticato. La lotta per la libertà e per l'indipendenza della Sicilia dopo l'invasione del 1860. Ediz. illustrata
Scianò Giuseppe

L'esercito dimenticato. La lotta per la libertà e per l'indipendenza della Sicilia dopo l'invasione del 1860. Ediz. illustrata

Editore: Pitti Edizioni

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788896569511

Data di pubblicazione: 22/01/2021

Numero pagine: 160

Traduttore: Gibellina G.

Collana: Le verità negate


15,00€
Esaurito

Sinossi

Per capire l'importanza e le intenzioni de «L'esercito dimenticato» è necessario fare alcune precisazioni. La cosiddetta Questione Meridionale, che ha tanto pesato - e pesa tutt'ora - su molti aspetti dell'economia siciliana e su quella nazionale, ha radici molto lontane ed una genesi in parte sconosciuta e misconosciuta: si tratta dell'eredità «avvelenata» lasciataci dal Risorgimento italiano. I Padri della Patria sono stati, in realtà e in larga misura, dei padri-padroni, come Scianò ci spiega magistralmente in questo libro; così come aveva già fatto - in modo più ampio - col precedente «...e nel mese di maggio del 1860 la Sicilia diventò colonia». Con il presente volume, quindi, percorreremo un altro tratto della complessa cronologia siciliana e meridionale. Dobbiamo con disappunto renderci conto che la storiografia ufficiale, in particolar modo quella universitaria e poi scolastica, ha cominciato solamente negli ultimi decenni ad aprire alcuni «armadi», purtroppo pieni di «scheletri risorgimentali». Infatti, per un tacito accordo di «quieto vivere», tutti o quasi tutti i partiti politici italiani hanno tenuto chiusi quegli armadi fin dall'800, in spregio alla verità storica. Con uso cosciente e sistematico di una letteratura agiografica e mistificatrice è stata costruita una ben definita «mitologia» risorgimentale dalla quale non è semplice liberarsi perché essa, nel tempo, ha generato una vera «sudditanza» psicologica anche tra gli intellettuali. [...] Questo libro è però particolare anche per la sua insolita veste editoriale e grafica, attraverso la quale l'attenzione è mantenuta viva dai riquadri, dalle molte foto, da note acute e interessanti, dai corsivi che permettono al sentimento autonomista che li sottende di accompagnare il lettore senza mai allontanarsi dai «fatti» storici e da ciò che effettivamente è accaduto. Dalle nebbie di un passato nascosto emergono così situazioni e personaggi che ci stupiscono, specialmente quando il nostro sguardo riesce a superare i veli di una menzogna accuratamente costruita e ci rivela sentimenti nobili, ma anche grandi bassezze, inutili crudeltà o trame raffinate. Sono i protagonisti stessi che ci chiamano - anche in modo brusco - proprio dai loro diari, da foto, lettere, da documenti, oppure da proclami... davvero terribili nella loro crudele semplicità burocratica o sfacciatamente politica. [...] Ben esposte e accuratamente ricostruite sono inoltre le manovre politiche dell'Inghilterra e della Massoneria; così come appare davvero ìmpari la strenua lotta per la libertà della Sicilia e della Napolitània di fronte ai continui tradimenti di generali e ministri del Regno delle Due Sicilie (spesso assoldati dal nemico, e al cui servizio continueranno a far carriera a guerra finita). Da questi anni terribili, però, emerge anche un Popolo fedele ai propri princìpi etici, orgoglioso, coraggioso, e in armi: un vero «esercito dimenticato» dalla Storia. Fino ad oggi. [...] Nuovi equilibri, infatti, si stavano formando tra i grandi imperi: Inghilterra, Francia, Russia, Austria, Turchia... I Savoia, in particolare, si mossero con astuzia e spregiudicatezza in operazioni politiche e militari che assicurarono loro, in pochi anni, un territorio vastissimo... sulle sofferenze di molti. [...] Certo ci dispiacerà leggere alcune cose ma, come scrive l'autore: «...Si deve affermare a gran voce il nostro diritto al recupero, per quanto possibile, della verità e della giustizia sui fatti realmente accaduti in quel periodo... ed è, questo, anche un momento di lotta culturale per comprendere meglio il presente e poter guardare con maggiore consapevolezza al futuro».

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