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Nell'agosto del 1474 il Tribunale dell'Inquisizione faceva il suo ingresso nelle carceri del castello dei Conti Valperga, in Rivara, per istruire un procedimento a carico di quattro donne di Levone accusate di stregoneria: Antonia de Alberto, Francesca e Bonaveria Viglone, Margarota Braya. Nel volume, l'autore propone un dettagliato resoconto di quel processo, durato tre mesi, aprendo una finestra sul Canavese nei secoli XIV e XV per meglio fare comprendere in quale contesto storico, politico ed economico esso si fosse svolto. Il tragico epilogo del processo condizionò a tal punto la memoria e le coscienze dei levonesi da contribuire a fare nascere in paese il mito delle streghe, che è giunto ai giorni nostri e sopravvive a Levone nella simbologia ancora visibile su alcuni edifici; nei luoghi che, secondo tradizione, furono teatro dei sabba; nel ricordo di alcune donne, vissute in tempi più recenti, considerate come reincarnazioni delle streghe. Nella seconda parte vengono riportate le testimonianze della popolazione levones e raccolte negli anni, per concludere poi con una carrellata degli eventi organizzati nel nome delle masche, come sono chiamate nel dialetto locale.
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