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Marx elaborò copiosi manoscritti nel 1857-59, 1861-63 e 1864-65: tra questi i Gründrisse occupano senz'altro il posto principale, in quanto è in essi che per la prima volta si elabora a grandi linee la teoria del plusvalore, nonché il punto d'avvio dell'analisi del modo di produzione capitalistico: il concetto di merce. I "Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica" vengono pertanto considerati l'anello di congiunzione tra il giovane Marx dei "Manoscritti economico-filosofici del 1844" e il Marx maturo de "Il Capitale". La specificità dei Gründrisse risiede nel fatto che in essi è evidente la necessità di passare dalla scoperta della legge del plusvalore alla costruzione d'un sistema categoriale del modo di produzione capitalistico. Questi quaderni raccolgono una parte costitutiva importante del fondamento materiale su cui poi Marx andrà a costruire la sua teoria economica. Sua tesi fondamentale è che la storia dell'economia politica borghese è lo specchio della storia del capitalismo, e perciò essa rappresenta per il filosofo di Treviri una delle parti principali per l'indagine complessiva del modo di produzione capitalistico. Vi si trovano dunque ricchissime analisi delle opere degli economisti classici e la loro più feroce e corrosiva critica.
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