Sinossi

"Quando ho iniziato a scrivere 'Della luce non conosco il mistero', mi trovavo presso il monastero di Bose a Ostuni. La vita monastica, per molti, sembra una vita facile, ma non è così! Molte sono le giornate in cui, pur pregando e vivendo in fratellanza, la mia mente diceva: 'Dio mio, Dio mio, perché mi ha abbandonato?'. Questo grido disperato, ha risuonato più volte nel mio spirito; e accade pure ora che non conduco una vita monastica. Questo 'scritto esistenziale', è il dialogo speciale di un figlio con un padre, ma non un figlio qualunque, né un padre come tanti. Il protagonista potrebbe essere ognuno di noi, ogni persona che vive nel tormento di non trovare risposte alle domande che affollano e assillano il suo cuore, la sua mente, la sua anima. Un uomo per certi versi tormentato, disperato... Il padre, invece, è Lui, l'Unico, il Padre Celeste, nella sua veste di genitore misericordioso. Se siamo sinceri con noi stessi, dobbiamo ammettere che durante il cammino cristiano (chi può dirsi cristiano se non colui che si sforza di imitare il Cristo?) è facile smarrirsi e perdersi. Così in un lampo, la luce sembra essere soffocato sotto il peso del nulla... una condizione tremenda che ci spinge verso l'ignoto e l'indefinito." (Luca Farruggio)