Sinossi

Nel distopico, e quasi dispotico, mondo alla fine primo quarto di secolo, la ricerca di strategie e contenuti per reagire è cruciale, e di una necessità quasi rovente. Tutto ruota - nella proposta dell'autore - attorno all'importanza di adottare una prospettiva centrata sui luoghi di vita delle persone, proponendo un approccio innovativo allo sviluppo locale. Al cuore di questa visione c'è l'idea di una partecipazione civica attiva attraverso pratiche di conversazione collettiva, che si sviluppa all'interno dei Living Lab: spazi collaborativi e creativi dove la co-creazione e l'organizzazione comunitaria convergono per generare apprendimento reciproco e innovazione collaborativa. Si pone l'accento su alcuni concetti chiave che guidano questo processo: l'intelligenza collettiva e l'energia positiva generata dai legami sociali. Con il supporto dell'immaginazione civica si alimenta la creazione di pratiche orientate al "fare comune", puntando verso una trasformazione sociale e politica significativa. Emerge l'idea di un futuro collettivamente costruito, dove la rivitalizzazione dei contesti urbani passa attraverso la contaminazione di saperi eterogenei, per dare vita a città aperte, creative e inclusive. Il testo si confronta con alcune delle sfide più attuali, su due fronti principali. Il primo riguarda una nuova prospettiva sulle disuguaglianze spaziali, che invita a ripensare il lavoro sociale in chiave ecologica, favorendo una maggiore attenzione all'equilibrio tra l'ambiente e le dinamiche degli spazi abitati. Il secondo affronta la complessità della cittadinanza digitale, nata dalla sovrapposizione tra relazioni reali e virtuali, un equilibrio sempre più instabile ma altamente significativo. Solo unendo le intelligenze diffuse si può far risuonare il potenziale delle menti associate, con l'obiettivo di generare un cambiamento concreto e condiviso. Un messaggio potente che richiama l'urgenza di collaborare per costruire una società più equa, sostenibile e coesa.