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Ciclismo patafisico
Jarry Alfred

Ciclismo patafisico

Editore: ShaKe

Reparto: Letterature straniere: testi

ISBN: 9788888865935

Data di pubblicazione: 18/09/2009

Numero pagine: 140

Collana: Universale


15,00€
Si fa attendere
Disponibile oggi da 1 Librerie

Sinossi

A fine Ottocento, l'invenzione della bicicletta rivoluzionò, ancor più del treno, i trasporti di massa e la società stessa. Primo vero mezzo meccanico di trasporto individuale, poté garantire una libertà di movimento e d'azione negata per secoli all'uomo comune, a quell'"uomo della strada" che fino ad allora di strada ne aveva fatta ben poca. La bicicletta rappresentò per protofuturisti come Jarry l'incarnazione dell'"uomo-macchina", uno "steam-cyborg" a pedali in cui gambe, telaio e manubrio si fondevano perfettamente in un prodigioso miracolo tecnico-atletico. Il giornalista Giffard, uno degli inventori del Tour de France, profetizzò giustamente il declino del cavallo e l'avvio di una nuova era. Ma la bicicletta fu anche l'inizio della liberazione della donna. Telaio e pedali le concessero il privilegio dei pantaloni, entusiasmando Stéphane Mallarmé e allarmando il pioniere della sessuologia ciclotrasportata Ludovic O'Followell sui pericoli presentati dall'eccitante sellino e dal suo continuo sfregamento. E rappresentò anche un modo per appropriarsi del paesaggio urbano e agreste, come ci raccontano sia Jarry sia Zola e Clemenceau, nelle loro nostalgiche narrazioni di idilliache pedalate sul pavè parigino o sulle polverose strade di una Francia non ancora assalita dall'asfalto.

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