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Editore: Asterios
Reparto: Filosofia antica, medievale, orientale
ISBN: 9788886969963
Data di pubblicazione: 25/07/2008
Numero pagine: 125
Traduttore: Sfrecola A.
Collana: Piccola bibliothiki
Socrate è stato il primo dei filosofi. Facendo del linguaggio l'unico fondamento della sua logica e della logica l'unico fondamento della sua dottrina, sviluppò una nuova concezione della virtù, della conoscenza, dell'anima e del suo destino futuro. Ma allo stesso tempo, come testimoniano tutti coloro che gli erano stati vicini, Socrate era uno stregone. Come lo sciamano di cui Lévi-Strauss descrive l'efficacia simbolica, la sua parola era terapeutica. "Quanto bene ci ha guarito", si meraviglia Fedone. Seguendo passo dopo passo l'evoluzione degli argomenti socratici, questo saggio cerca di rispondere a tre questioni, 1) Di che male soffre l'anima dal quale la filosofia può sperare di guarirla? 2) Come la logica può cicatrizzare la ferita della negatività e rimediare alla malinconia originaria dell'uomo? 3) Socrate credeva nella verità di ciò che insegnava? E avendo riposto ogni attesa nella sua dottrina della verità, non ne aveva fatto una sorta di logica della speranza? Nietzsche accusa Socrate di aver inventato la logica come un analgesico per assopire lo spirito tragico dei Greci. Ma descrivendo il fallimento come originario e la mala prima filosofia di Platone non fa della tragedia la stessa esperienza del pensiero? Se è stato vero che Socrate fu una specie di sciamano, la filosofia non potrebbe essere stata che la lunga psicanalisi dell'Occidente?
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