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Editore: Mimesis
Reparto: Letteratura italiana: critica
ISBN: 9788884839251
Data di pubblicazione: 25/06/2009
Numero pagine: 188
Collana: Filosofie
All'inizio del XX secolo lo spazio urbano subisce una vera e propria rivoluzione. Questo testo si propone di analizzare i legami tra tali stravolgimenti e la prima delle avanguardie europee: il futurismo. A partire dal 1909, la scrittura diventa consustanziale allo spazio urbano, trasformandosi in quella che fu definita una "cosa stradale": la sintassi, la tipografia, i contenuti, gli espedienti retorici e linguistici. Tutto deriva dalla città e alla città ritorna, creando una spaccatura irreversibile con il passato. Se molti sono gli studi sul rapporto futurismo/metropoli dal punto di vista delle arti visive, Qui non si canta al modo delle rane, nel centenario della nascita del futurismo, si concentra (cosa assolutamente nuova) sul versante prettamente letterario della questione. Ma l'arte, l'urbanistica, l'architettura, la sociologia e la storia non possono stare fuori da un discorso su un'epoca controversa e straordinaria che ha eliminato qualsiasi diaframma tra arte e arte, e per sempre.
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