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Editore: Pontificia Univ. Gregoriana
Reparto: Teologia cristiana
ISBN: 9788878394728
Data di pubblicazione: 10/06/2022
Numero pagine: 732
Collana: Analecta Gregoriana
La teologia di Ireneo di Lione ha in tempi recenti trovato un rinnovato interesse anche per la sua concezione positiva della storia di salvezza e di tutta la realtà, a partire dal dalla corporeità dell'uomo, plasmata da Dio con le sue due mani, il Figlio e lo Spirito Santo. Tale visione d'insieme così positiva è stata da alcuni contrapposta al «pessimismo» della concezione agostiniana del peccato originale, sebbene lo stesso Agostino invochi Ireneo come primo testimone di tale dottrina. Ciò suscita la domanda: «Come viene compreso il peccato nella teologia di Ireneo di Lione?» Il presente studio - Premio De Lubac 2021 - affronta tale questione attraverso un ricco percorso analitico che a partire dal termine «peccatum» arriva ad approfondire quelli che nei testi di Ireneo sono i suoi principali sinonimi e i suoi casi paradigmatici. L'approccio lessicografico nell'analisi congiunto all'elaborazione sistematica dei dati per mezzo di strutture euristiche di tipo teologico ha permesso di ricostruire come costitutivo formale fondamentale del peccato il rifiuto della filiazione divina, scopo dei benevoli disegni di Dio, come anche di trovare la integrale congiunzione tra la storia di salvezza come positivo compimento della creazione e la storia come dramma tra peccato e redenzione. L'analisi del peccato nella teologia di Ireneo non solo non contraddice il pensiero di Agostino sul peccato originale, ma può anche apportare importanti chiarimenti a tale dottrina, per esempio per quanto riguarda la spinosa questione della trasmissione del peccato originale, che trova nuova luce in forza del peso teologico che Ireneo riconosce al corpo plasmato da Dio.
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