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Editore: Effatà Editrice
Reparto: Psicologia
ISBN: 9788874022632
Data di pubblicazione: 01/01/2009
Numero pagine: 128
Collana: Res humanae
Partendo da un interrogativo apparentemente semplice - "È più pigro chi non fa nulla o chi lavora troppo?" - l'autrice di questo libro tratta con ironia e sapienza un argomento antico, ma molto attuale: l'acedia. Questo termine, che deriva dalla lingua greca ed è stato utilizzato dai medievali per indicare uno dei vizi capitali, ha svariati sinonimi: pigrizia, apatia, scoraggiamento, ma anche noia, superficialità, male di vivere. E rappresenta talvolta l'anticamera della depressione. Il malato di acedia, per fuggire da se stesso, o decide di starsene tutto il giorno senza fare nulla o, al contrario, riempie le sue giornate di attività e impegni per non avere il tempo di restare solo con i suoi pensieri e affrontare le questioni serie della vita. Come non riconoscere in questi due opposti il ritratto di tanti giovani e adulti contemporanei? Ma c'è una soluzione, ed emerge con forza da queste pagine: riconoscere la propria "malattia" e lottare interiormente per guarire, incominciando ad esserci qui e ora, a concentrarsi, a perseverare, a prendersi cura, a ristorarsi di cose belle e buone. L'approdo a una vita piena di senso e colma di gioia è assicurato.
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