Maschiito degli Albanesi. Masquit e altre colonie arbereshe nel venosino. Profilo storico sulle comunità albanesi stanziate dagli aragonesi di Iandiorio Virgilio - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Maschiito degli Albanesi. Masquit e altre colonie arbereshe nel venosino. Profilo storico sulle comunità albanesi stanziate dagli aragonesi
Iandiorio Virgilio

Maschiito degli Albanesi. Masquit e altre colonie arbereshe nel venosino. Profilo storico sulle comunità albanesi stanziate dagli aragonesi

Editore: ABE

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788872974193

Data di pubblicazione: 13/02/2023

Numero pagine: 158

Collana: Paesi nel regno di Napoli


26,00€
Si fa attendere

Sinossi

E se provassimo a guardare le comunità albanesi che si insediarono ai piedi del Vulture, non dal monte verso il mare Adriatico, ma all'inverso? Voglio dire, abbandonando il punto di vista di chi vede forestieri giungere nella terra che abita, e che hanno abitato i suoi antenati? Probabilmente qualche luogo comune, o, se volete, qualche pregiudizio consolidato nel tempo, non avrebbe più valore assoluto. E le domande che gli storici si sono poste sulle motivazioni che hanno spinto ad emigrare la popolazione albanese dell'altra sponda del "Mare Superiore" (come veniva indicato in passato l'Adriatico) non possono essere ricondotte solamente alla fuga dalla conquista ottomana della penisola balcanica. «La nazione Albanese merita per ogni riguardo che richiami l'attenzione de' filologi d'Europa, e se lungamente rimase obbliata è di giusto ancora che prenda nella storia quel posto che le è dovuto. Se le lettere possono arricchirsi di utili scoverte, la storia può aggiungere la pagina di un grande popolo. Slanciati sui monti Acrocerauni come avanzi di un gran naufragio son rimasti da più secoli chiusi alle ricerche della scienza. Chi son essi? Donde vengono? - Ecco ciò che la storia non ha potuto mai indagare. In mezzo alle nazioni moderne essa non ha nulla di simile con le altre. Con un'impronta tutta propria d'indole, di costumi, di usi, e fiera di una lingua originaria e primitiva, che non ebbe modelli né fu madre ad alcuna, risuona come una debole rimembranza di tempi perduti. Verrà forse un giorno che questa nazione potrà comparire con splendore nella storia del mondo, e deporvi il germe di antiche verità. Chi sa che non sia uno di quegli avanzi dei cataclismi della natura che passarono come torrenti sulla terra, e li spinsero obbliati in un angolo di riva? Simile alle loro canzoni che s'innalzano con voce lunga e s'odono più miglia in lontananza, ti scende nell'animo il racconto delle loro avventure, e ti risveglia idee di un nuovo mondo di cui si è perduta la memoria» 1 . Gli immigrati Albanesi discendono, secondo una accreditata tradizione storiografica, da comunità venute dall'Albania in diverse ondate, fra la metà del secolo XV e il secolo XVIII. L'ultimo insediamento albanese fu quello di Brindisi di Montagna in provincia di Potenza nel 1774. Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia le regioni dove si stabilirono, per sfuggire l'occupazione turca, ma anche perché chiamati dai sovrani per l'aiuto in guerra e dai feudatari del Regno di Napoli per colonizzare o ripopolare le terre non troppo generose dell'Appennino meridionale. Maria Antonietta Visceglia2 trattando delle immigrazioni albanesi in Puglia, spazia oltre il sec. XV e parla di un primo flusso nel 1272, di altri due successivi nel 1327 e nel 1396. Questo, a ben considerare, mette in discussione la tesi delle migrazioni albanesi a causa dell'occupazione turca della penisola balcanica. V. I.

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