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Camillo Caracciolo, un generale a Caravaggio. Il Principe di Avellino che liberò Vercelli dai Savoia in una cronaca inedita del Seicento
Bascetta Arturo

Camillo Caracciolo, un generale a Caravaggio. Il Principe di Avellino che liberò Vercelli dai Savoia in una cronaca inedita del Seicento

Editore: ABE

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788872973356

Data di pubblicazione: 23/09/2025

Numero pagine: 158

Collana: Donne reali e uomini d'arme


55,00€
Si fa attendere

Sinossi

E' un profilo storico su Camillo Caracciolo dei Rossi quello che Arturo Bascetta ci presenta in prima facie, sulla scia di Zigarelli, ma in un contesto del tutto innovativo, inedito e impensabile in cui si ritrovò il generale di Avellino. Il testo è un excursus che si divide fra i feudi della Casata che possedeva terre dalla Montagna di Montefusco fino a Melfi e poi a Brienza, riunendo buona parte dell'Irpinia e della Lucania, già secoli prima, dalle Serre di Fortore e Montoro, ai tenimenti di del Turco e del Tufo affidatari della Montagna di S.Angelo di Torrioni decimata dalla peste del 1528. Sono il patrimonio del predecessore, il vecchio Don Camillo che vide i suoi feudi dei Camilli distrutti dai Francesi nel 1537, invasori della Valle Beneventana e del Marchesato di Casalbore, fino alla nascita del Principato di Avellino, spuntato da una costola del Ducato di Atripalda fra l'ex Rocca, il casino del Parco e il Palazzo, ereditati dal nostro giovane prete, costretto a spogliarsi e a lasciare i voti per diventare Principe, Duca e Conte, come i marchisi di una volta. La nascita a Napoli e la carriera ecclesiastica, la morte di Marino II lo fa erede universale, la carriera militare coi Farnese sotto il Re, la cavalleria napoletana: generale dei Catafratti, il breve ritorno, le tre mogli, il figlio Marino III, la cattedra, la Calabria, le Terre del Principato, l'industria della lana e altri feudi salernitani, l'educandato, il Monserrato, la Cardona, la Corte: sono questi gli argomenti centrali del testo. Il cuore del volume è certamente rappresentato dal ritorno alla Cavalleria di questo valoroso generale al servizio del Viceré Ossuna di Napoli, richiamato al fronte quale alto esponente dell'ordine dei Calatrava, lasciando Napoli fra zuffe e feste, pronto a guidare la sua cavalleria nella guerra a favore di Milano. L'arrivo in Lombardia in aprile, poi il fermo nel Campo di Parma, portarono però alla prima sconfitta e alla perdita di 300 napoletani e altrettanti milanesi uccisi dai Piemontesi, ma Vercelli è libera finalmente dai Savoia, costretti a trattare la pace. Un successo inaudito per il Principe di Avellino che però si ammala gravemente. La fine del Principe avvenne dopo le ultime vittorie, da Lodi a Caravaggio, spegnendo un così nobile principe, padre di Marino III, suo successore, e di Giuseppe, come narrato anche dalle imprese di Tommaso Caracciolo che chiudono questo intrigante testo di storia pura, creato dalle cronache, edite e inedite del Seicento, come nello stile di Bascetta.

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