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Noterelle beneventane: cavalieri, scudieri e intrallazzi di angioini e aragonesi
Bascetta Arturo

Noterelle beneventane: cavalieri, scudieri e intrallazzi di angioini e aragonesi

Editore: ABE

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788872972380

Data di pubblicazione: 31/10/2021

Numero pagine: 228

Collana: Dissertazioni & conferme


49,00€
Esaurito

Sinossi

Per comprendere questi ultimi passaggi storici, va accettata la tesi che, prima della divisione, erano uniti tutti i paesi della Montagna, sia del versante dei Caracciolo, da Torrioni a Casalbore, come del versante di Montemiletto e Montaperto. Casali, questi, dove il signorotto di turno pensava solo a riscuotere il Laudemio, cioè la quartame partem praedj vulgo dictam quarteria loco laudemii sive quinquagesimae, et hoc non sive violentia, ac propria autorità, lacerando ancora di più i paesi. Non solo. Le nuove ripartizioni finirono per dividere gli stessi Casali della Montagna da Montefusco: Toccanisi, Torraioni, Bagnara, S.Giacomo, Mont'Orzo, Monti Rocchetto, Montefuscoli, S.Pietro Intellicato, S.Maria a Tuoro, S.Marco à Monti, Casale nuovo, come si rileva dal Catasto del Castello di Toccanisi, da sempre unito a S.Angelo di Torrioni, e non a Torrioni di Tufo, che appartenne al gruppo dei feudi dei "di Tocco", Conti di Montaperto e del Calore. Gravi danni subì Benevento per due mesi per via dei 7000 soldati spagnoli che andarono via il 1 novembre 1528, quando si cantò la litania. A dicembre del 1529 la città tornò sotto l'ubbidienza della Chiesa con Clemente VI. Nel 1530, scaduto il governariato di Girolamo, il papa nominò Ferrante Gonzaga a governatore, fratello di Federico, il quale, il 25 marzo, per concesione di Carlo V scambiò titolo di Marchese Mantova con quello di Duca e non più per un solo anno, ma vita natural durante, da governatore e luogotenente castellano.... Il Conte Roberto Boschetto nel 1512 partecipa alla battaglia di Ravenna; viene armato cavaliere per il valore dimostrato nello scontro e l'anno dopo è inviato da Trivulzio «presso l'imperatore Massimiliano d'Austria al fine di ottenere il riconoscimento di Mirandola a loro favore. La signoria della città è, invece, assegnata a Giovan Francesco della Mirandola, mentre al pupillo di Roberto Boschetti, Galeotto della Mirandola, è assicurata quella di Concordia. Passa al servizio di Giuliano dei Medici. A Modena per fungere da paciere tra le fazioni dei Rangoni, dei Tassoni, dei Carandini e dei da Fogliano, divisi tra partigiani del pontefice e sostenitori dell' imperatore e degli estensi. Sempre in Modena presenzia ad una cerimonia religiosa con il nuovo governatore pontificio Fabiano Lippo. Prende parte al successivo consiglio generale cittadino. Viene inviato dal luogotenente di Piacenza Goro Gheri presso Giuliano dei Medici. Alla morte di Giuliano dei Medici si trasferisce agli stipendi del papa Leone X, sempre di casa Medici».147 Nel 1516 ancora combatteva al fianco di Francesco Maria della Rovere nel ducato di Urbino al comando di 2000 fanti, di cui 800 fra corsi e spagnoli. Ottenuto per accordo Maiolo, assediò San Leo e si impadronì del monte sopra la rocca... Nel 1517 si porta ad Ancona come commissario pontificio. Ha il compito di provvedere all' approvvigionamento di tutto l'esercito pontificio nella guerra provocata dal della Rovere. E' inviato a Roma dal cardinale di Bibbiena Bernardo Dovizi per perorare la causa dei Bentivoglio che desiderano rientrare in Bologna. Gli viene concessa la cittadinanza di Ancona. Si sposta in Toscana e controlla nel Casentino i movimenti del della Rovere. Al termine del conflitto è scelto dal duca di Urbino Lorenzo dei Medici come viceduca e suo luogotenente nel ducato. Partono da questo strano personaggio le storie descritte in questo viaggio nel pieno medioevo nella Benevento dei Papi, dove nessuno si era inoltrato così nel profondo, studiando documenti angioini e aragonesi che hanno condotto l'autori a conclusioni a volte diverse sulla storia degli stati della Chiesa.

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