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Calvino, i valdesi e l'Italia
De Lange Albert

Calvino, i valdesi e l'Italia

Editore: Claudiana

Reparto: Denominazioni e sette cristiane

ISBN: 9788870167658

Data di pubblicazione: 13/01/2020

Numero pagine: 63

Traduttore: Hindrichs I.


4,50€
Esaurito

Sinossi

"L'Italia è stata nella prima metà del XVI secolo una delle più importanti aree di scontro tra la casata imperiale degli Asburgo e la dinastia francese dei Valois e furono nettamente gli Asburgo a prevalere. Carlo V non solo era imperatore del Sacro Romano Impero, ma anche re di Spagna e quindi di territori italiani, tra cui il viceregno di Napoli e di Sicilia (con la Sardegna). Inoltre Carlo V, nella sua guerra italiana con la Francia di Francesco I, godeva del sostegno di diversi vescovi, città e principi italiani, inclusi i Savoia, suoi alleati, feudatari del Sacro Romano Impero. I Savoia erano già da tempo saldamente radicati in Italia: sul versante cisalpino appartenevano loro la Val d' Aosta e il Piemonte. Ma il territorio dei Duchi di Savoia si estendeva anche ben al di là delle Alpi, includendo non solo la regione di origine, la Savoia (con centro a Chambéry), ma anche il Vaud, il Chablais, il Faucigny, la Maurienne, la Bresse, il Bugey, la Valromey, il Pays de Gex, le aree di Ginevra e Nizza - zone che attualmente appartengono alla Francia e alla Svizzera. Attraverso la Savoia controllavano quasi tutti i principali valichi tra Francia e Italia. Il re di Francia Francesco I durante il suo lungo regno (1515-1547) contrastò sempre il potere e l'influenza asburgica e a questo scopo cercava alleati in Italia. Così, per esempio, la Repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio si allearono temporaneamente con lui. Lo stesso valeva anche per Ferrara, residenza di sua cugina Renata di Francia (1510-1574), sposa del duca Ercole II d'Este. Francesco I, cercò in ogni modo l'espansione in Italia ben oltre la cerchia alpina. Di questa politica espansiva avrebbero dovuto fare le spese i duchi di Savoia: dal 1536 al 1559 la maggior parte dei loro possedimenti piemontesi, nonostante la guerra, rimarranno saldamente in mano francese e saranno giuridicamente e culturalmente 'francesizzati'." (Dall'Introduzione)

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