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"Come te lo dico" è il tentativo di raccontare una storia, dieci storie, ispirate a termini inusuali che in diverse parti del mondo descrivono sentimenti che riconosciamo, ma per i quali talvolta non abbiamo parole. In Giappone, per esempio, descrivono con la parola "Amae" quella sensazione di sentirsi un bambino viziato di fronte alle attenzioni e alla cura di un partner o di un genitore. Ancora "l'Appel du Vide", espressione che ha ispirato ben due racconti di questo libro e che i francesi riferiscono al desiderio irrazionale di fare cose pericolose, di buttarsi da un palazzo o di spegnere i fari della macchina in una strada buia. Gli olandesi chiamano, invece "Gezelligheid" quella piacevole sensazione di calore e intimità che ci fa sentire bene con gli amici o con un partner. Altre espressioni sconosciute e lontane come "Malu" dall'Indonesia, "Torschlusspanik" dalla Germania, "Mono no aware" usata in Giappone, "Ilinx" ancora in Francia, "Awumbuk" in Papua Nuova Guinea e "Iktsuarpok" Groenlandia.
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