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Questo volume rappresenta una nuova tappa di un lungo, complesso percorso di crescita della comunità romanì italiana. Si tratta di un lavoro certamente contenuto dal punto di vista quantitativo - esso non pretende né documentare in modo esaustivo, né consentire l'apprendimento organico della lingua dei rom italiani di antico insediamento - ma dal punto di vista metodologico e qualitativo esso è addirittura rivoluzionario. Purtroppo, verrebbe da aggiungere. La parola romanì, "fuori legge" per secoli (e, in fondo, ancora oggi, dato l'imperdonabile ritardo legislativo in materia) è qui non solo documentata, ma anche incarnata nella presenza viva di testimoni che hanno accettato di "metterci la faccia" in una serie di videointerviste originali. L'intero impianto del "Vocabolario polinomico e sociale italiano-romanì" risponde a un'istanza umanista di fondo, articolata su due versanti: quello dell'emersione (e liberazione) della parola romanì, normalizzata in uno spazio che, se non ancora pienamente pubblico, non è neanche più solo privato, domestico, nascosto; quello dell'accesso alla lingua e alla cultura dei rom: non solo da parte dei non rom, ma anche, in seno alla stessa comunità romanì, da parte di chi avverte, con emozione e inquietudine, la drammatica perdita di un'eredità plurisecolare.
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