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Di solito i racconti natalizi favoriscono la celebrazione di generosità, fratellanza, comunanza e principalmente amore che dovrebbero aleggiare in questi giorni di festa. Persino il dickensiano Ebenezer Scrooge - fiero odiatore del Natale, tanto da augurare a chi lo festeggia di finire sotterrato con una spina di agrifoglio nel cuore - alla fine si redime ritrovando l'umanità smarrita. Ma è obbligatorio che queste narrazioni debbano sempre essere confortanti se non zuccherose? Questa raccolta dimostra che col "bianco Natal" può conviverne uno speculare, nero. Agatha Christie fa dire a Poirot che "a Natale c'è molta ipocrisia... e lo sforzo per essere amabili crea un malessere che può essere in definitiva pericoloso". Noi della Frilli potevamo smentire la regina del genere? Ecco dunque trentasei racconti che ci portano per i sentieri oscuri che solcano una dimensione celata sotto la facciata scintillante delle feste, dimensione che non vuole essere consolatoria ma critica verso la nostra contemporaneità violenta, drammatica e negativa... anche se nelle sue "comparsate" il Gran Capo Marco ci induce talvolta a sorridere sul "giorno più bello dell'anno" virato al nero. Buona lettura! (Armando d'Amaro)
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