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Le ragioni che spinsero il C.E. del Pcd'I a pubblicare, ormai un secolo fa, gli atti relativi al processo del 1923 resistono perfettamente all'usura del tempo ed anzi, mantengono intatta la loro attualità. Si trattava di trasformare la campagna repressiva anticomunista in uno strumento volto a temprare militanti e proletari che guardavano al partito comunista come all'organizzazione, costituita per un compito preciso e radicalmente alternativo alla socialdemocrazia: l'affermazione della rivoluzione della classe lavoratrice. La pubblicazione degli atti processuali rispondeva all'esigenza di mettere a disposizione dei militanti "non solo una lettura dilettevole" ma uno strumento di lotta necessario per "una preparazione a ben conoscere i problemi inerenti la posizione del movimento comunista" sia "dal punto di vista critico storico come da quello del combattente politico". Oggi lo studio di questa documentazione è di straordinaria importanza per chi, con l'ostinazione di chi non si arrende all'ideologia dominante, sceglie di battersi per la causa che riguarderà il futuro dell'umanità liberata dallo sfruttamento e dalle classi: il comunismo.
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