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Editore: Editoriale Programma
Reparto: Storia d'europa
ISBN: 9788866437185
Data di pubblicazione: 15/11/2020
Numero pagine: 168
Tra le personalità più rilevanti della politica europea della prima metà del Novecento, protagonista, assieme ai neomazziniani, della Conferenza delle nazionalità soggette all'Austria-Ungheria dell'aprile 1918 in Campidoglio, Edvard Benes è rimasto in un cono d'ombra nella storiografia italiana. Lo scrittore e giornalista Giuseppe Antonio Borgese lo definì nell'occasione romana «il più entusiasta e lungimirante di tutti». E in effetti il suo intenso lavorio diplomatico nel corso della guerra e successivamente negli anni '20 e '30, quale ministro degli Esteri della Cecoslovacchia, fu alla base non solo della nascita e del consolidamento del nuovo Stato ma anche della costruzione di un equilibrio internazionale e di un sistema di sicurezza collettiva. Solo il violento impatto dell'espansionismo hitleriano e la fatale accondiscendenza delle potenze occidentali finì per distruggere il suo Paese e con esso l'intero assetto post asburgico. Questo volume nel tracciare alcune linee generali della storia dei cechi e degli slovacchi e nel denunciare la dura condizione cui venivano sottoposti da parte delle autorità austriache e magiare nel corso della guerra, risente ovviamente del clima dello scontro in atto. Ma esso soprattutto contiene la proposta di un'alleanza strategica con l'Italia che possa andare oltre le contingenze belliche e ponga al centro i comuni interessi di carattere economico e commerciale. Sottolinea in particolare la necessità di coinvolgere nel progetto anche gli slavi del sud al fine di impedire una rinnovata penetrazione austro-tedesca nell'Adriatico. Fu proprio ciò che invece avvenne negli anni '40 in seguito alla creazione dell'Asse Roma-Berlino e alla comune aggressione alla Jugoslavia. Succeduto nel '35 al suo maestro e mentore Tomás G. Masaryk nel ruolo di presidente della Repubblica, Benes si trovò al centro e vittima di crisi epocali, quali quella del '38, che dette avvio alla Seconda guerra mondiale, e quella del '48, quando la presa del potere dei comunisti a Praga segnò la definitiva rottura dell'alleanza antifascista tra le democrazie occidentali e l'Unione Sovietica.
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