Non è cibo. L'invasione degli ultra-processati. Come l'industria ha rimpiazzato il cibo autentico e come possiamo riprendercelo di Franceschini Alessandro - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Non è cibo. L'invasione degli ultra-processati. Come l'industria ha rimpiazzato il cibo autentico e come possiamo riprendercelo
Franceschini Alessandro

Non è cibo. L'invasione degli ultra-processati. Come l'industria ha rimpiazzato il cibo autentico e come possiamo riprendercelo

Editore: Altreconomia

Reparto: Scienze sociali

ISBN: 9788865166222

Data di pubblicazione: 07/11/2025

Numero pagine: 176

Collana: Le talpe


16,00€
Si fa attendere
Disponibile oggi da 2 Librerie

Sinossi

Patatine dai gusti improbabili, orsetti gommosi, nuggets di pollo stampati in serie. Perché scegliamo sempre più spesso alimenti ultra-processati? E quali conseguenze ha il consumo del "non-cibo" sulla nostra salute, sull'ambiente, sull'economia? Questo libro offre risposte e propone alternative per fermarne l'invasione. Prima che il cibo mangi noi. L'Italia, patria della Dieta Mediterranea, delle cucine regionali e dei prodotti tradizionali, si sta trasformando in un gigantesco fast food. Nei suoi menu (e tra i suoi cittadini più giovani) prevalgono sempre più alimenti che hanno subito trasformazioni estreme e innaturali, arricchiti di conservanti, gomme, esaltatori di sapidità, coloranti, aromi, schiume e dolcificanti. Gli ultra-processati stanno conquistando la nostra tavola, il nostro palato e le nostre economie, spinti da un marketing aggressivo, ma anche dalla loro apparente comodità, economicità e attrattiva per i nostri sensi. Sono più colorati, più saporiti, più morbidi, più facili - e sembrano persino più rassicuranti del cibo vero. Ma se le industrie guadagnano, a rimetterci sono gli agricoltori in tutto il mondo, la biodiversità e noi, che ci nutriamo di prodotti ricchi di calorie ma poveri di valore nutritivo. Alimenti che creano dipendenza e peggiorano le nostre diete. Mai come oggi è necessario reagire: come consumatori possiamo opporci alla loro diffusione con minime modifiche alle nostre abitudini di acquisto e come cittadini possiamo pretendere politiche pubbliche che tutelino il cibo autentico. Le soluzioni esistono. Bastano piccoli gesti per inviare un messaggio chiaro al mercato e per premiare chi ogni giorno si impegna per proporre alternative sostenibili e giuste.

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