Relazione della mia prigionia in terra francese (10 giugno - 13 luglio 1940). Diario del veneziano capitano Angelo Ghezzo di Ghezzo Angelo; Carraro F. (cur.); Simonato C. (cur.) - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Relazione della mia prigionia in terra francese (10 giugno - 13 luglio 1940). Diario del veneziano capitano Angelo Ghezzo
Ghezzo Angelo

Relazione della mia prigionia in terra francese (10 giugno - 13 luglio 1940). Diario del veneziano capitano Angelo Ghezzo

Editore: Il Prato

Reparto: Geografia e storia

ISBN: 9788863366617

Data di pubblicazione: 01/12/2024

Numero pagine: 136

Collana: Tracce del Novecento


18,00€
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Sinossi

Il presente lavoro è la trascrizione del resoconto della prigionia in Francia del Capitano Angelo Ghezzo (1893-1943), al ritrovamento nel 2020 sia del testo dattilografato postumo sia degli appunti chirografi. Tale trascrizione, oltre ad essere un'interessante testimonianza dei campi di prigionia francesi della Seconda Guerra Mondiale, vuole essere anche un tributo a un uomo, saldo nei valori della famiglia, sempre operoso e capace di reagire agli eventi. All'inizio del racconto, il protagonista Angelo Ghezzo, Capo Macchinista del piroscafo "Tagliamento" del Lloyd Triestino, afferma di aver scritto le sue memorie durante il periodo di prigionia in Francia (10 Giugno-13 Luglio 1940) «a ricordo indelebile di un trattamento finamente malvagio, ignobile e più che bestiale» che la Francia «ha saputo infliggere ai prigionieri civili dei piroscafi italiani sequestrati a Marsiglia ed a Caronte (Port de Bouc)». La dettagliata "relazione" è stata scritta, per citare le parole del Protagonista, per «dimostrare vergognosi maltrattamenti inflitti, prove schiaccianti di una malvagia cattiveria e del poco rispetto verso i prigionieri presi, disarmati e senza colpa alcuna [...]. Destino è stato ben perfido, se si pensa che proprio il giorno che avrei dovuto essere in famiglia dopo quattro mesi e mezzo di viaggio, mi son trovato prigioniero [...]. Tutto ciò che si osserva di comodo, di lussuoso, sembrano cose esagerate e superflue [...]. Nella vita - aggiunge l'Autore - non ci si deve mai meravigliare di nulla e, dopo questa dura prova alla quale tutti siamo stati assoggettati, siamo temprati al punto di prendere il destino come viene e sopportare tutto colla più calma rassegnazione». Queste "povere pagine" - conclude il Protagonista - «rappresentano solo la storia, cronologica e veritiera, di una corta ma dura prigionia».

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