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Editore: Bonanno
Reparto: Diritto
ISBN: 9788863182835
Data di pubblicazione: 14/12/2021
Numero pagine: 168
Collana: Scaffale del nuovo millennio
«La lettura degli scritti e dei discorsi del Giudice Cianci, pur a distanza di così tanti anni dalla loro redazione, è di grande interesse per la capacità di trattare temi assai impegnativi, e ancora oggi di grandissima attualità, con una prosa ferma e asciutta. Mi preme precisare subito che ho così chiamato l'autore (al di là del titolo di Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione) perché lui stesso nel titolo del suo libro fa riferimento all'animus e ai tormenti del Giudice, oltre a considerare tale termine il più idoneo e completo a definire l'esaltante e nel contempo gravosa attività svolta da chi "pronunzia il diritto". Veramente un compito di straordinaria importanza quello di chi deve, attraverso le proprie decisioni, giudicare per rendere giustizia nel nome del popolo italiano. Della gravità e della grandezza di tale compito l'autore è interprete attento e preoccupato. È, infatti, ben conscio che l'equilibrio democratico del nostro Paese passa attraverso il corretto svolgimento delle funzioni giudiziarie e non si stanca di ribadire che il comportamento del Giudice deve non solo essere ma anche apparire indipendente e imparziale. Dagli scritti traspare forte la difficoltà della decisione sulla vita degli uomini e la sofferenza del racconto del vissuto che è stato affrontato avendo come unico riferimento il rispetto dei principi etici e deontologici. Il libro ha, peraltro, un grande valore storico e sociologico ricostruendo un lungo e tormentato periodo della nostra Repubblica raccontato attraverso la privilegiata lente di osservazione del giudice che è riuscito a coniugare la terzietà del ruolo alla propria sensibilità e umanità. 1Gli scritti sono ancor di più da apprezzare anche perché l'autore ha la capacità di raccontare il suo vissuto riuscendo a preservare il valore del distacco, anche da sé, mantenendo sempre centrale la ricerca di una giustizia giusta ed efficiente...» Dalla Prefazione di Giambattista Bufardeci)
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