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Editore: Progedit
Reparto: Scienze sociali
ISBN: 9788861943032
Data di pubblicazione: 01/01/2017
Numero pagine: 128
Collana: Culture Segni Comunicazione
Lo spazio per eccellenza della contaminazione, del nomadismo, dell'erranza esistenziale in cui si aggrovigliano corpi e lingue, in un ritratto quasi antropologico del movimento, sembra essere una patria immaginaria da cui è difficile far ritorno. A partire dal romanzo di Dionne Brand, A Map to the Door of Not Return, il lavoro ripercorre concetti come Water, Maps, Roads, Voyage, Forgetting, che ricorrono spesso nel testo della Brand quali punti fermi di un discorso sull'appartenenza. I saggi raccolti si soffermano sulla costruzione delle nuove origini dei migranti; sulle rappresentazioni letterarie dei soggetti in movimento; sulla poetica dell'erranza; sulla diaspora dei senza ritorno. Gli immigrati percorrono una ferita aperta tra due sponde trovandovi una nuova genesi: in mare aperto le coordinate familiari di casa e territorio sfuggono, ridotte a sponde lontane. Fare i conti con questo archivio liquido del mare significa accogliere l'idea che non esista una mappa per il ritorno. Il concetto di patria diventa immaginario, provvisorio e inaffidabile, e l'idea del ritorno diventa un filo rosso tra il voyage, il luogo della dislocazione e water, il luogo dell'appartenenza.
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