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Tra i diversi fattori di modernizzazione che l'epoca napoleonica contribuì a diffondere nella Penisola italiana un ruolo significativo va riconosciuto a una cultura dell'abitare nata dall'incontro tra la tradizione settecentesca e la diffusione di nuovi modelli internazionali. Il presente volume affronta la questione nell'ambito delle residenze di corte del primo Regno d'Italia (1805-1814), interrogandosi sulle loro trasformazioni alla luce delle prescrizioni relative all'etichetta dei palazzi imperiali. I palazzi di Milano, Monza, Brescia, Mantova, Modena, Venezia, Stra e Ancona erano infatti edifici preesistenti da adeguare al nuovo status di dimora reale, mentre l'individuazione di una reggia nel contado bolognese fu l'occasione per avviare un'ambiziosa proposta progettuale alla scala territoriale.
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