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In che modo i nostri corpi interagiscono tra loro, con diversi oggetti e spazi, e che tipo di effetti producono queste interazioni? Possiamo delegare le nostre esperienze emotive a oggetti e artefatti esterni? Perché ridiamo spesso e volentieri dell'ignoranza altrui? Come possiamo assicurarci che una collaborazione interdisciplinare abbia successo? Queste sono solo alcune delle domande, apparentemente slegate tra loro, che aprono le animate e stimolanti argomentazioni filosofiche presenti in questo volume e che riconoscono, come comune fil rouge, una prospettiva non tradizionalmente cerebrocentrica della cognizione. Se pensiamo alla mente e alle nostre capacità cognitive come emergenti dalla complessa interazione tra il nostro cervello, il corpo e l'ambiente (quindi come incorporate ed estese), allora siamo costretti a riflettere sulla nostra comprensione di particolari fenomeni, come l'umorismo, ma anche l'ostinazione, le nostre capacità emotive, i parametri che adottiamo per collaborare e per rendere efficace il ragionamento scientifico. L'occasione per discutere del ripensamento di tali fenomeni si è data nel 2018, nel corso di un workshop internazionale tenutosi all'Università di Pavia, Cognition in 3E: Emergent, Embodied, Extended. Questa collezione di articoli è il risultato di quella giornata di incontri e dibattito. Lungi dal rappresentare il risultato finale delle indagini attorno alle possibilità di comprensione della mente come sistema emergente, esteso e incarnato, questo libro è nato per proporre e ridiscutere alcune domande controverse, nella speranza che possa generarne molte altre nel panorama filosofico sia italiano, sia internazionale.
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