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Editore: Skira
Reparto: Arti
ISBN: 9788857244273
Data di pubblicazione: 24/06/2022
Numero pagine: 304
La monografia racconta l'opera di Claudio Spattini, uno degli esponenti della cultura italiana dal dopoguerra a tutto il Novecento. Claudio Spattini (1922-2010) è una figura tanto significativa quanto poco nota nella pittura italiana fra gli anni trenta e il secondo dopoguerra. Pittore affermato nelle mostre subito prima del conflitto bellico, dialoga con Modigliani e con la Scuola Romana, soprattutto con Mario Mafai. Poi, dopo il periodo di prigionia in Germania perché aveva rifiutato di arruolarsi con i fascisti della Repubblica di Salò, matura un consapevole rapporto con Matisse e col paesaggio fra Cézanne, Carrà e Tosi. Nei tardi anni quaranta e nei cinquanta il dialogo con il Picasso del cubismo sintetico gli appare un punto di riferimento e lo aiuta a comporre nuove immagini di natura morta come anche di figure negli interni. Pittore sempre attento al nuovo, negli anni sessanta Spattini arricchisce la sua ricerca delle materie dell'informale e presto organizza complessi sistemi di nature morte, oppure nudi nello studio, che diventano paesaggi, composizioni sulle quali lavorerà negli ultimi decenni. Per tutta la vita l'artista dialoga col naturale, a cominciare da quando, prigioniero dei tedeschi, schizzava sul treno, in un libretto, i tetti delle case dell'Alto Adige fino al Brennero, tetti tanto diversi da quelli della piana del Po. Il dialogo con il paesaggio, sempre disegnato e dipinto dal vero, lo accompagna per una vita, un paesaggio denso delle memorie di luoghi amati, spesso felice sintesi di arte francese e tradizione italiana, di pittura postimpressionista e di confronti fra realisti e astratti degli anni cinquanta. La riscoperta di Claudio Spattini permette di illuminare un lungo, complesso, importante percorso di ricerca.
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